Il «free climbing», inteso non tanto nel senso di «arrampicata libera» ma in quello più ambizioso e filosofico di «libero arrampicare», pareva essere nato come espressione di libertà e di assoluta disinibizione. Ahimè… ora ci si va accorgendo che invece ha portato gli alpinisti a schiavitù, dogmi, imposizioni, divise da portare, fazioni, provincialismi, miti e mitucci dell’uomo-muscolo alla Bronzo di Riace, glorie e gloriuzze, re e reucci di paese…

Gian Piero Motti - Scandere, 1983