Torre Trieste - Cassin
Che dire? Di sicuro questa e' una di quelle esperienze che ti segnano. Gia' lunedi', al telefono con Matteo, avevamo deciso di salire questa via. Una decisione estemporanea, e una settimana di tempo per metabolizzarla. E' una via difficile, e' lunga, la discesa rischia di essere eterna...
Sabato ore 12: siamo a Dalmine e si parte. Agordo e' notoriamente vicina a casa nostra :-) In circa 4 ore arriviamo a Listolade e iniziamo ad addentrarci nella val Corpassa, su cui regna sovrana la Torre Trieste e la sua piu' grande sorella, la Busazza. La visione di questa torre e' sempre particolare. La sua mole, la sua eleganza e la sua verticalita' non possono non provocare stupore e ammirazione.
Con calma e passo umano (incredibile! Matteo correva meno del solito!) ci addentriamo in questo mondo particolare e raggiungiamo la cengia dell'attacco, dove depositiamo materassini e materiale per passare la notte, che stranamente sara' di sonno e non di veglia, con una sola sveglia verso l'una per una cordata arrivata giu' dalla Cassin (ommamma chissa' se anche noi arriveremo giu' nel cuore della notte!?).
"Se la volete fare tutta in libera sappiate che un cuneo sul tiro di VIII- ha il cordino rotto". Avevamo accarezzato il pensiero, ma poi all'atto pratico e' andata diversamente.
Ore 4: colazione e poi si parte. Appena l'Agner inizia a cambiare colore, via sulla cengia. I primi tiri, bagnati e su roccia mediocre sono di grande impegno, ma uno dopo l'altro passano. Riesco a saltare una sosta e a fare insieme i due tiri che escono alla seconda cengia, tra l'altro prendendo un variante piuttosto difficile.
Pausa pranzo e contemplazione del pilastrino precipitato del primo tiro dopo la cengia. Si riparte. La via sembra non finire mai, e l'entusiasmo per la salita si alterna alla stanchezza. Alla fine arriviamo, con un pezzo di conserva sui camini finali.
Il tempo e' irreale, si vedono tutte le dolomiti, solo che l'ossessione della discesa ci strappa al meraviglioso panorame.
Sulla discesa, un sasso venuto giu' nel recuperare una doppia devasta le corde, in alcuni punti rovinando anche l'anima, e cosi' siamo costretti a calarci facendo il nodo sulla corda rossa dal lato con una sola etichetta e sulla verde dove di etichette ce ne sono due.
Alle 20 siamo alla capanna Trieste, a bere qualcosa per riprenderci un po'. Ma il nostro lungo viaggio non e' ancora finito... Per arrivare a Milano mancano 400km e la porta di casa mi si parera' davanti solo all'1.30