Caporal - Diedro Nanchez



Sabato pomeriggio: partiamo alla volta del rifugio Pontese. E' una giornata stupenda, secca e con il cielo terso. Dopo un'abbondante e ottima cena, mi metto a copiare la relazione di Hasta Siempre, obiettivo della mattina dopo, quando entrano stanchi e trafelati due ragazzi, di cui uno e' Gabriele (di gap climb) ovviamente di ritorno da "Nel corso del tempo". La notte e' stellata e tutto fa pensare al meglio. Dopo una lunga chiaccherata vado a dormire. Ore 4:45: sveglia. Non si vede una stella... eppure il meteo era bello... Piantonetto e le sue nebbie... Brancoliamo nel buio vedendci a stento i piedi per circa due ore, per andare finalmente a sbattere contro una muraglia di roccia: e' il bastione che sta ai piedi del monte nero, peccato che siamo dal lato sbagliato e traversare su un prato verticale scivolosissimo per cercare una ferrata che (la visibilita' e' salita a 3 metri!) non troveremmo neanche con il binocolo e' follia. Scendiamo. Arriviamo di nuovo alla macchina e scendiamo a valle, dove optiamo per fare un giretto dalle parti di Noasca. Dopo un po' di ballottaggio, tra "Apparizione del Cristo verde", "Diedro Nanchez" e "Fessura della disperazione", indirizziamo le nostre energie su Nanchez. Al parcheggio conosciamo Marco e Guendalina, con cui condivideremo in grande allegria la salita. Speriamo di riavere presto la loro compagnia. La via e' fisica e impegnativa, il grado, per quanto non altissimo sulla carta, non corrisponde esattamente agli standard lecchesi, e le 5/6 ore per la salita indicate nella relazione che tanto ci avevano fatto ridere non sono poi un tempo cosi' esagerato. La via e' incredibile e l'esposizione e' sempre massima. A presto, El Caporal