Monte Bianco - Cresta dell'innominata



E' una delle piu' belle sorprese che si possano avere quella di ricevere una chiamata che suona in questo modo: "danno 4 giorni di alta pressione sul bianco e la cresta dell'innominata secondo il gestore del Monzino e' in buone condizioni. Andiamo?" Cosi' dopo una grande spesa di alimentari, sono pronto e passo a prendere Mattia in stazione centrale. Arrivati in val Veny, pensando di partire sul presto, ci accorgiamo che ormai mezzogiorno e' passato quando si incomincia la marcia (in due con gli scarponi nuovi e mai provati neanche per fare 100 metri di dislivello). La salita agli eccles e' estenuante, tutta con traccia da battere. Questo non ci spaventa, ma specialmente non spaventa Mattia che sta davanti per circa tre quarti del tempo. Arrivati su, decidiamo che e' meglio fermarsi un giorno prima di compiere l'ascensione vera e propria di modo da aver tempo per vedere l'inizio della cresta. Dopo aver perlustrato la zona, alle 3:30 circa del terzo giorno, usciamo dal bivacco e partiamo belli decisi. Avanziamo di conserva protetta e in men che non si dica siamo al pendio mediano, che mi distrugge di fatica. Manca ancora l'infinita cresta del monte bianco di Courmayeur, ma con pazienza e metodo ci troviamo sotto alla cima massima. Sono solo le 10:30, e per questo Mattia (anche perche' siamo in terra francese) vince il soprannome di TGV. E' una giornata bellissima e la vetta e' gremita. Sono stanco e mi sento svuotato. Speranzoso di prendere poco piu' in basso trenino, funivia, treno, pullman e infine la macchina, rimango parecchio turbato quando scopriamo che tutti gli impianti sotto al gouter sono chiusi.... Il rientro sara' un viaggio epico con finale in autostop e bivacco nel parcheggio di uno stadio dalle parti di Chatillon. Sconsiglio di mangiare o bere al gouter, a meno che non abbiate un conto criptato in qualche paradiso fiscale