Mont Blanc du Tacul - Arete du Diable
Suona la sveglia: esco dal Torino e scendo in piazza dove tutti stanno facendo la coda davanti alla basilica di San Pietro e una ragazza sta facendo l'omelia per l'apertura del Giubileo. In breve la fanciulla scoppia a ridere e io mi accorgo che qualcosa non va: le corde, non abbiamo le corde! Dico a Max di aspettarmi e torno a prenderle in rifugio. Passo davanti a casa e le luci sono accese: mia mamma ha dato un rave. Mi sveglio; ancora un quarto d'ora e suonera' la sveglia.
Sogno di Max: meglio evitare di raccontarlo.
La via comincia risalendo un canale di neve, terra e sassi su cui riusciamo a superare un paio di cordate poco interessate alla salita di tutte le punte (infatti salteranno la prima).
Appena attacchiamo la Chaubert (o Schubert, come Max si diverte a chiamarla), siamo di nuovo ultimi; le possibilita' di superare sono quasi nulle, e cosi' entriamo in modalita' zen ed accettiamo la nostra posizione.
Davanti a noi ci sono solo cordate di guide e clienti.
La salita e' lunga e laboriosa. Il primo tiro dell'Isolee, sporco di neve e ghiaccio, e' la ciliegina sulla torta. Ancora del misto facile ed arriviamo in vetta - per me il secondo Tacul in un mese, per Max il primo in assoluto.
P.S. Come mai si chiamano Aiguilles du Diable?
Per la relazione, consiglio di frugare nel blog di Odyssee Montagne Italia.